Da Treviso a Foggia tra i sindaci italiani ci sono adesioni da tutti i fronti politici alla lettera di ASMEL al “Fatto Quotidiano”

Dal Nord Est trevigiano il sindaco leghista di Portobuffolè, Andrea Sebastiano Susana, sposa la battaglia di Asmel - qui la lettera aperta su Il Fatto Quotidiano - sottolineando come “le unioni forzate tra comuni porterebbero alla perdita dell’identità, della storia e della tradizioni delle diverse realtà locali che sono il valore aggiunto del nostro Paese”. Susana sostiene anche la proposta di Asmel di aumentare il numero di sindaci nel futuro Senato poiché “gli amministratori locali, da sempre in prima linea per combattere le battaglie degli abitanti, sarebbero i veri portavoce delle esigenze di coloro che rappresentano”. Bisognerebbe, infatti, a suo avviso, “favorire sempre più gli enti più vicini ai cittadini e non quelli più lontani”.

Al confine tra Puglia, Basilicata e Molise il sindaco del borgo foggiano di Accadia, Pasquale Murgante evidenzia come i dati diffusi da Asmel “mostrano quanto sia importante il controllo diretto della spesa nei piccoli comuni, nei quali il sindaco in prima persona segue le questioni economiche senza intermediazioni”. Anche per questo a suo giudizi accorpamenti forzati sarebbe improduttivi, oltre che “per importanti ragioni di conservazione delle specifiche identità culturali dei piccoli centri”. Proprio per il ruolo di rappresentanza diretta dei sindaci anche Murgante sposa la proposta di Asmel sul Senato delle Autonomie locali.

In Campania proprio tra i comuni di più spiccata vocazione turistico-culturale c’è unanime adesioni alle idee della lettera aperta di Asmel. Dalla costiera amalfitana il sindaco di Minori, Andrea Reale, spiega che “uno dei rischi dell’accorpamento coatto dei Comuni potrebbe essere la trasformazione dei piccoli centri in periferie disastrate dei Comuni principali, con una conseguente perdita dell’identità territoriale, culturale e geografica, ma anche della produttività economica”. Anche per Reale i dati prodotti Istat citati da ASMEL sono “la palmare dimostrazione di come il controllo amministrativo diretto dei sindaci dei piccoli comuni sia la migliore garanzia di una gestione più virtuosa della spesa pubblica”. Nella città natale di Ettore Scola, il comune irpino di Trevico, il sindaco Nicolino Rossi fa sapere che “l’identità locale e territoriale dei comuni di montagna sarebbe completamente snaturata da unioni forzose che non tengano conto di assonanze funzionali e morfologiche dei territori ma badino soltanto a dati numerici”. Dello stesso avviso il sindaco di Capua, Carmine Antropoli, che come gli altri due sindaci campani aderisce anche alla proposta di ASMEL di implementare il numero dei Sindaci nel Senato delle Autonomie perché “sono proprio i Sindaci la migliore garanzia per quella rappresentatività dei cittadini in Parlamento che negli ultimi anni è sempre più in crisi, provocando quella disaffezione dalla politica che oggi è sotto gli occhi di tutti”.

Clicca qui per leggere la lettera integrale di ASMEL 

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