I FAUTORI DELL’ACCORPAMENTO

Forum COMUNI ITALIANI, UNA RISORSA NON UN PROBLEMA del 2 maggio: i Comuni non intendono subire in silenzio la campagna ANCI tesa a passare da 8000 Comuni a 1500-1700 Unioni coatte! È chiaro a tutti che ormai ANCI si è ridotta alla rappresentanza dei grandi agglomerati urbani. Eppure sono solo 46 i Comuni con più di 100mila abitanti. Ne restano 7954 con meno di 100mila abitanti, dove vive il 77% degli italiani. La qualità della vita è generalmente superiore e soprattutto il costo pro capite dei loro municipi è la metà di quelli più grandi. Basta con una concezione burocratica e verticistica che assimila i Comuni a filiali delle Prefetture. Da accorpare per ottenere risparmi. Non solo si tratta di una bestemmia, ma dati ufficiali alla mano, i costi aumentano (v. Tabella su Fatto Quotidiano).

I fautori dell’accorpamento

  1. Antonio

    «Il voto di Riparbella e Castellina è uno schiaffo sonoro sul territorio alle fusioni forzate ed indirettamente denuncia anche il fallimento del modello Abetone, con cui la Regione avrebbe avuto voce in capitolo per fondere dall’alto due comunità, tra un voto contrario ed uno favorevole». Così il sindaco di Volterra Marco Buselli commenta l’esito del referendum sulle fusioni nei Comuni di Riparbella (510 “no” e 185 “sì”) e Castellina (491 “no” e 306 “si”). «L’orgoglio sano, fatto di identità e territorio, esce rafforzato da questo referendum – aggiunge Buselli -. Le comunità e i cittadini stanno riscoprendo sé stessi e ci indicano con forza che la strada da seguire è un’altra e non quella che vorrebbero imporci». Un tema, quello della contrarietà alle fusioni dei Comuni sotto i 5mila abitanti imposte dall’alto che ha visto Volterra tra i promotori della giornata “Orgoglio Comune” dello scorso mese di marzo. L’evento vide riuniti nella città del Colle 116 sindaci che approvarono il “Manifesto dei cento” con cui è stata ribadita la contrarietà alle fusioni a favore delle autonomie locali e del mantenimento dei piccoli Comuni sui territori.

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