Perché sono utili i sindaci in Parlamento

Spesso le migliori riforme nascono unendo gli elementi migliori di sistemi e modelli diversi.

E allora nel tentativo di accordo parlamentare sulla legge elettorale che guarda al sistema tedesco si potrebbe inserire un elemento che è una delle grandi risorse del sistema politico francese: la presenza in Parlamento dei

Sindaci, i rappresentanti e i veri conoscitori dei problemi ma anche delle risorse dei diversi territori del Paese. La proposta punta ad abolire le incompatibilità presenti nel nostro sistema che impediscono ai Sindaci di accedere al Parlamento ed è emersa nel corso dell' ultimo Forum degli Enti Locali, convocato da Asmel, la combattiva associazione nazionale di oltre 2.200 Comuni italiani che, a tutela del valore delle autonomie locali, è appena riuscita a portare dinnanzi alla Corte Costituzionale la legge che impone l' accorpamento obbligatorio dei Comuni. Le immagini, che hanno fatto il giro del mondo, in occasione dei recenti eventi sismici, hanno messo in luce soprattutto amministratori locali combattivi e capaci di rappresentare le reali esigenze delle popolazioni. Una classe dirigente radicata nel territorio e che si è affermata attraverso una selezione basata sul confronto e la competizione sui problemi reali

e non su vaghe affermazioni ideologiche. Tanto più capace, in quanto in grado di dare risposte e soluzioni a dispetto di una normativa intricata ed asfissiante che blocca o ritarda tutto. A livello centrale, invece, spesso le decisioni passano per politici o burocrati di professione, gente che non conosce il territorio e non è stata mai eletta, mentre gli eletti, ovvero i nominati, si accapigliano su questioni ideologiche o di principio. Il risultato è l' affermazione di un bigottismo normativo che rappresenta il principale freno alla crescita del sistema Italia. I «lacci e lacciuoli» delle norme e della burocrazia non imbrigliano più solo le realtà produttive ma anche le istituzioni, a partire da quelle più vicine ai cittadini, i Comuni. Con l' aggravante che nel sistema pubblico italiano si sono formati gomitoli talmente spessi da ostacolare la trasparenza e trasformarsi in un micidiale veicolo di corruzione, come ha evidenziato di recente anche il presidente dell' Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha indicato nelle pastoie dell' iper regolazione «la principale causa della diffusione della corruzione». In questo quadro la riforma elettorale, attualmente al centro del dibattito politico, deve essere un' occasione da non perdere per puntare a valorizzare le vere energie vitali del Paese. La nuova legge elettorale deve eliminare ogni incompatibilità tra la carica di Sindaco e quella di parlamentare. Nel sistema politico italiano, è praticamente vietato entrare in Parlamento se si è sindaci. Nel sistema francese, ove è stato appena nominato premier il Sindaco di Le Havre, Edouard Philippe, è vero, invece, esattamente il contrario. In Francia è difficile assumere incarichi nazionali se allo stesso tempo non si è anche esponenti delle collettività locali, che immediatamente percepiscono il proprio rappresentante come rappresentante del territorio e contemporaneamente dello Stato. Il grave deficit di rappresentatività del nostro Parlamento che ha sollevato il vento forte dell' antipolitica si combatte portando in Parlamento non i portaborse ma i rappresentanti dei territori, che si sono affermati con una selezione basata sul confronto politico sulle reali esigenze dei cittadini e non sono stati nominati attraverso un click del mouse di un computer o a seguito della cooptazione emersa da una riunione di partito.

Una selezione tanto più severa in quanto basata sulla capacità di erogare servizi e risposte a dispetto di una normativa spesso farisaica ed inconcludente. Chi è riuscito ad amministrare, nonostante i veti incrociati di una normativa tanto ingarbugliata, è certamente portatore delle istanze e delle competenze necessarie per portare semplificazione e concretezza nella nostra normativa e nella macchina di governo. Proviamo finalmente ad affidare il Paese a chi ha già dimostrato di avere esperienza e capacità non solo di amministrare, ma soprattutto di decidere e di risolvere problemi.

Francesco Pinto - Segretario Generale ASMEL

( tratto da " Il Mattino" del 31 maggio 2017)

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