la storia
La storia
I primi aggregati umani in territorio di Curinga sorgevano a sud dell’odierna Acconia nel Neolitico antico, all’epoca di Stentinello (prima metà del IV, forse V millennio a. C.), con finalità di sfruttamento delle risorse agricole, soprattutto in funzione dello smistamento dell’ossidiana delle Lipari verso le regioni adriatiche. Il ripostiglio monetale di stateri arcaici documenta la frequentazione della zona nei secoli della colonizzazione greca. Di un centro urbano di età imperiale resta un edificio termale (III-IV sec. d.C.) contiguo all’abitato, ma facente parte forse di una villa, con un “frigidarium” riutilizzato a fini di culto in epoca altomedievale. Dopo lo spopolamento del tardo antico e le distruzioni dell’VIII secolo, la vita rinasceva nel sito con la bizantina Lacconia. Vi giungevano profughi del Peloponneso, vi si stabilivano poi, tra la fine del IX e il X secolo, veterani armeni e traci ai quali si aggiungevano fuggiaschi dalla Sicilia e da Reggio. In concomitanza, la migrazione interna determinava sulle colline la nascita di Curinga e degli altri centri che avrebbero gravitato intorno a Maida. Nell’area di Lacconia dell’ultimo periodo bizantino sono il monastero di S. Nicola di Calabrice e S. Maria di Canna, prima beneficio di S. Parasceve di Maida, poi centro autonomo; di epoca normanna è il monastero di S. Andrea. Sede di un protopapa fino al XIV secolo, Lacconia conosceva un incremento in epoca normanno-sveva. Vi si affermavano colture agrumarie, la coltivazione della cannamele, la pesca del tonno a Mezza Praia dove nel secolo XIV sarebbe stata eretta una torre di avvistamento e un “palatium” del feudatario di Maida con la chiesa della Vergine. Il “castrum” di Lacconia sarebbe stato probabilmente trasformato pure nel ‘600 in palazzo dai Loffredo; vi si conserva una torre attribuita all’ultimo periodo normanno o di epoca sveva. Un convento domenicano - del quale rimane la bella chiesa tardo gotica - vi veniva fondato forse a fine ‘400. Documentata dal secolo XII, anche Curinga aveva un “castrum”, forse corrispondente al “palatium” che fu dei principi Loffredo nel ‘600 e dei Ruffo nel ‘700. Dei secoli bizantini è il monastero di S. Elia. Nel 1532 vi giungevano gli Eremiti di S. Agostino e nel 1632 i Carmelitani che ampliavano l’eremo basiliano di “S. Elia Vecchio”. Di molto anteriore al ‘500 è la Matrice di S. Andrea, riedificata l’ultima volta dopo il terremoto del 1783. La ricostruzione che seguirà il terremoto non distruggeva la precedente orditura medievale, con gli slarghi davanti a chiese e palazzi. Testimonianza di un vivace movimento confraternale sono la chiesa dell’Immacolata e il Santuario del Carmelo, finemente decorati in stucco. Quest’ultimo conserva un’interessante cripta e un prezioso organo antico. Ancora costellano le campagne numerosi esempi di architettura rurale: casini, masserie, trappeti, mulini. A Curinga fioriva fino al ‘500 un ammirato artigianato del vetro. Fiorente fu fino a qualche decennio fa la produzione e la lavorazione della seta e del lino. I telai producono ancora capi pregevoli. Sono ancora attive botteghe di ebanisteria e del ferro battuto. E’ in via di costituzione un Museo archeologico.
Sebastiano Augruso
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